Tra i numerosi lavori che la commissione Ue sta conducendo ve ne sono alcune che impattano direttamente sulle attività di e-commerce e sui relativi aspetti fiscali. Uno dei temi principali è quello dell’applicazione delle aliquote Iva ridotte sui prodotti editoriali. Sul punto sembra che la commmissione sia intenzionate a consentire ai singoli Stati di applicare aliquote Iva ridotte anche alle pubblicazioni on-line e non solo ai libri e giornali cartacei. La questione è molto sentita in alcuni Paesi e in particolare in Italia. Il governo Renzi decise nel 2014 di tassare al 4% i libri elettronici, nonostante il rischio di una procedura di infrazione comunitaria. Attualmente, le pubblicazioni online hanno una quota del mercato Ue del 5%, che dovrebbe salire al 20% entro il 2021.
Un ulteriore tavolo di lavoro riguarda la riforma della raccolta dell’Iva nel commercio online. Attualmente le regole impongono alle società di registrarsi in tutti Paesi Ue per versare l’imposta nel Paese di destinazione del prodotto. La procedura di registrazione però ha costi molto elevati e l’esecutivo comunitario è convinto che ciò induca molte aziende a frodare l’Iva, provocando un mancato gettito stimato in 5 miliardi di euro all’anno.
La riforma, presentata sotto forma di direttiva che dovrà essere approvata dal Consiglio e dal Parlamento, prevede che la società si registri nel proprio Paese e lì versi l’Iva. Le autorità nazionali dovranno poi riversare il denaro a seconda dello Stato membro di destinazione. Già avviene così per la vendita di servizi su Internet. Il tentativo, naturalmente, è di promuovere il più possibile il commercio online.
Infine una ulteriore proposta riguarda l’eliminazione del prezzo minimo di applicazione dell’Iva per la merce proveniente da Paesi terzi. Oggi la merce con un valore inferiore a 22 euro non viene tassata. Il risultato è che la norma è oggetto di frodi e abusi: 150 milioni di pacchetti arrivano ogni anno in Europa chiedendo l’esenzione dell’Iva. Se la frode viene scoperta, il pagamento della tassa spetta all’acquirente. Bruxelles vuole eliminare l’esenzione, tassando così tutti i beni provenienti dall’estero.
Sempre per promuovere il commercio online, i Ventotto hanno approvato ieri il regolamento che vieta il geoblocking, la possibilità per le imprese di bloccare l’accesso al proprio sito per i consumatori all’estero. Il pacchetto passa ora al Parlamento. L’obiettivo è eliminare discriminazioni basate su nazionalità o residenza. Il venditore potrà applicare prezzi diversi a seconda dell’acquirente, ma senza discriminare. Le condizioni di vendita saranno quelle del luogo del consumatore.