Lo strumento del QR code viene sempre più spesso utilizzato come mezzo promozionale anche nelle vendite di prodotti digitali (e-book, software, mp3, ecc..).
L’azienda rende disponibile un coupon omaggio attraverso un QR code e l’utente, scansionando e decifrando il codice, ha così diritto ad un download gratuito sul sito dell’azienda. Ci si chiede dunque a quale trattamento fiscale deve esserre assoggettata questa operazione. Vale a dire le cessioni gratuite operate attraverso tale modalità vanno comunque fatturate da parte dell’azienda che le effettua?   Ebbene dal punto di vista fiscale è ormai noto che le operazioni di cessione di beni digitali (e-book, software, video, eccc. ,c.d. commercio elettronico diretto) sono considerate prestazioni di servizi in campo iva con la conseguenza che, in assenza di corrispettivo, si renderanno applicabili le regole contenute nell’art. 3 del dpr 633/72.  In base a tali regole, se la prestazione è resa da un impresa (quindi noon da un professionista o da un lavoratore autonomo) occorre verificare quale è il suo importo:
1) se il valore unitario della prestazione (leggi valore unitario del download che si effettua) è inferiore o uguale a 25,82 Euro, l’operazione non è soggetta ad iva;
2) se il valore unitario della prestazione (leggi valore unitario del download che si effettua) è superiore a 25,82 Euro, l’operazione è soggetta ad iva secondo le aliquote ordinarie.
Nel caso ad esempio del download di e-book del valore di 12 Euro non sarà necessario emettere fattura in quanto l’operazione è fuori dal campo di applicazione di Iva. Diversamente se il coupon consente il download di un software del valore superiore a 25,82 sarà necessario assoggettare ad iva l’operazione e documentarla attraverso l’emissione di una fattura. A tale proposito l’impresa che concede il download gratuito può decidere di esercitare o meno la rivalsa dell’IVA. In sostanza può percorrere due strade:
1. può chiedere al soggetto che ha effettuato il download di pagargli l’IVA: in questo caso si dice che esercita la rivalsa;
2. può decidere di accollarsi il pagamento dell’IVA: in questo caso si dice che non esercita la rivalsa dell’IVA.
La scelta incide sul documento da emettere. Se l’impresa decide di esercitare la rivalsa deve emettere fattura. Se, invece, come più spesso accade, decide di non esercitare la rivalsa dell’IVA, emette autofattura. L’autofattura è una sorta di fattura che l’impresa emette nei confronti di sè stessa.
In realtà l’impresa può seguire anche una terza via, ovvero può annotare la cessione gratuita su un apposito registro denominato registro degli omaggi. Chiaramente l’IVA risultante dal registro degli omaggi, relativamente ad un certo periodo da liquidare, dovrà essere considerata nel calcolo dell’IVA da versare o dell’IVA a credito dell’impresa.